Almenno San Bartolomeo - Guida Turistica

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.: ALMENNO SAN BARTOLOMEO
 Almenno San Bartolomeo è un comune di 5.500 abitanti della provincia di Bergamo.
 Almenno San Bartolomeo ha una superficie di 10,4 chilometri quadrati per una densità abitativa di 472,69 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 352 metri sopra il livello del mare.
 Il municipio è sito in Via IV Novembre 66, tel. 035-640241 fax. 035-641745.
 Cenni anagrafici: Il comune di Almenno San Bartolomeo ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 4.067 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 4.916 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 20,88%.
 Gli abitanti sono distribuiti in 1.696 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,90 componenti.
 Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 239 e i 1.211 metri sul livello del mare.
 Situato a pochi Km da Bergamo città, è l'ideale punto di appoggio per chi vuole visitare città alta, interessante centro storico, oppure per appassionati giocatori di golf, vista la vicinanza con il golf club L'Albenza; o semplicemente per chi vuole un soggiorno tranquillo.
 Tutte le stagioni sono buone per visitare la chiesa di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo. Lontana dall'abitato, tra campi ancora coltivati e la ripa che scende verso il corso del torrente Tornago, gli alberi che la circondano formano come una nicchia al cui riparo si coglie lo stretto rapporto tra la rotonda e questa parte più antica del territorio. Ma è con l'autunno, con le prime nebbie, il sole pallido, il lieve fruscio delle foglie sotto i piedi, che il fascino del luogo e della sua storia colpiscono il visitatore e la sua immaginazione. Si racconta che il tempietto sia stato costruito sul posto dove sorgeva un tempio romano, forse dedicato a Pale, dea silvestre, che indicato da una lapide che fu trovata non lontano. La strada romana doveva passare in questo punto, tagliando per il fitto bosco che degradava verso il Brembo. Il viandante, sia che avesse percorso la plaga solcata da qualche torrente che si estende fino alla valle San Martino, sia che, una volta superato il Brembo, ne avesse risalito la proda fino a dove iniziava la pianura, qui si imbatteva nel tempio della dea che li invitava alla sosta. Sopravvenne la fine di Roma e a poco a poco i suoi edifici andarono in rovina. Non la strada, che continuò ad essere utilizzata, mentre la religione cristiana si sostituiva ai riti pagani. Qualcuno utilizzò le pietre dell'antico tempio per costruire nello stesso luogo, tra il VII e l'VIII secolo, una chiesa abbellendone i capitelli con sculture primitive. Che furono riutilizzati all'interno, quando un ignoto architetto innalzò l'edificio romanico, a fianco del quale sorse un monastero. Di quest'ultimo, dopo la decadenza e la trasformazione in cascina, non è rimasto nessun segno evidente. Un disegno ottocentesco mostra come vi fosse una stretta dipendenza tra la costruzione rustica e il tempio, al quale si addossava e che fu usato anche come deposito agricolo.